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#mariodraghi

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@mcp

Non essendo né economista né disciplinato, si permette di criticare #MarioDraghi

Sono stato sempre critico nei confronti del draghi primo ministro, santificato da tutta la stampa italiana in modo stucchevole e lecchino, contrapposto al suo predecessore Giuseppe Conte che, a mio modestissimo avviso, con la pessima, litigiosa e infida maggioranza che lo sosteneva, ha comunque svolto onestamente il proprio lavoro e ha gettato le basi per la campagna vaccinale il cui successo è stato poi attribuito esclusivamente a Draghi, oltre ad avere tentato, in modo sicuramente troppo scomposto, di consolidare i rapporti tra Italia e Cina, malgrado le fortissime pressioni d'oltre Atlantico che hanno poi portato a stracciare quegli accordi sotto lo stesso governo Draghi.

Tuttavia, giudicare Draghi per i risultati scarsi e probabilmente dannosi portati avanti dal suo governo, giudicare l'economista e banchiere Draghi, per avere portato avanti un governo in un momento in cui nessuno voleva seriamente un presidente del consiglio, ma solo un curatore fallimentare di quella legislatura, giudicare draghi che è oggettivamente un eminente personalità della cultura mondiale (l'economia è cultura e gli economisti sono da 50 anni gli intellettuali più ascoltati e più determinanti al mondo), ebbene è completamente sbagliato.

Oltretutto Mario Draghi è sempre stato un alfiere delle politiche statunitensi e del più sfrenato atlantismo.

Eppure, nel suo discorso alla camera ancora di più che non nel lunghissimo e illeggibile documento presentato alla commissione europea, ha dato prova di essere la persona dotata della maggiore lucidità di analisi e, mi permetto di dirlo senza problemi, della maggiore onestà mentale che si sia mai vista in Parlamento.
Criticare il contenuto di quello che ha detto in base al suo recentissimo passato di Primo Ministro e al suo importante passato di banchiere al servizio della lobby finanziaria è un argomento ad personam che non presenta alcuna rilevanza.

Non voglio continuare la discussione su FSL - per farsi un'idea di lui basta leggere quello che scrive -

È proprio quello che scrive Sylos Labini mi lascia molto perplesso: questa esaltazione della Cina non tiene conto del disprezzo che il governo cinese mostra puntualmente nei confronti non solo della democrazia, cosa di cui FSL sembra Prestare molta attenzione quando si scaglia contro l'Europa e gli Stati Uniti, ma anche contro lo Stato Sociale, i diritti dei lavoratori e soprattutto le politiche sanitarie. Il fatto che FSL ignori nel suo discorso la malvagità insita nel governo della Repubblica Popolare risente di una grave miopia e di uno strabismo straordinario, ma Al di là delle metafore oftalmiche, direi che risente soprattutto di una enorme, ingombrante e imbarazzante disonestà intellettuale!

Il suo discorso che pure presenta moltissimi spunti di riflessione interessanti e acuti, risulta in questo modo una enorme presa in giro e io odio profondamente chi, dall'alto delle proprie capacità intellettive e della propria cultura, cerca di prendermi in giro.

parlerò successivamente, invece (con l'aiuto di Robert K. Merton), della compatibilità del modo in cui alcuni gruppi trattano studiosi con paradigmi diversi dai loro con un dibattito pubblico e scientifico.

Sono molto curioso di conoscere questi risvolti analizzati dalla lente di Merton. Sono comunque convinto che non mi sorprenderanno perché le bassezze che gli accademici sono capaci di compiere verso i propri colleghi di discipline diverse sono ormai una monumentale letteratura grottesca e autolesionista che, peraltro, e continua a essere utilizzata puntualmente contro di loro

@informapirata

Replied in thread

@informapirata

Durante la sua audizione alla Camera dei deputati, Mario Draghi ha evidenziato come, nel tempo, si sia sacrificata la spesa pubblica comprimendo la domanda interna, trascurando le infrastrutture e riducendo gli investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e clima. Ma chi è il soggetto di questo “abbiamo”? Lui stesso, naturalmente, fin dalla famosa lettera scritta insieme all’allora presidente della Bce, Jean-Claude Trichet—una linea poi seguita dal governo Monti.

roars.it/leuropa-e-in-crisi-dr

Questo è un testo recente di Francesco Sylos Labini sulla crisi europea. Non essendo né economista né disciplinato, si permette di criticare #MarioDraghi e di abborracciare una spiegazione del perché la classe dirigente di un'unione ormai marginale "nell’automotive, nella manifattura in generale, nell’innovazione tecnologica e nella ricerca scientifica" e "alle prese con prezzi dell’elettricità 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti e con prezzi del gas naturale 4-5 volte più alti" creda che l'unica salvezza siano le commesse statali di armi.

Non voglio continuare la discussione su FSL - per farsi un'idea di lui basta leggere quello che scrive - ma parlerò successivamente, invece (con l'aiuto di Robert K. Merton), della compatibilità del modo in cui alcuni gruppi trattano studiosi con paradigmi diversi dai loro con un dibattito pubblico e scientifico.

ROARS · L’Europa è in crisi? Draghi è tra i primi responsabiliDurante la sua audizione alla Camera dei deputati, Mario Draghi ha evidenziato come, nel tempo, si sia sacrificata la spesa pubblica comprimendo la domanda interna, trascurando le infrastrutture e riducendo gli investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e clima. Ma chi è il soggetto di questo

Europe's excessive and fragmented regulations, particularly in small businesses, are stifling growth, and while the culture is risk-averse, deregulation could spur growth if it adapts to new technologies like AI. japantimes.co.jp/commentary/20 #commentary #worldnews #mariodraghi #europe #eu #europeaneconomy #trade

The Japan Times · Europe’s risk aversion comes with consequencesBy Allison Schrager

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Hans Stegeman has published a great analysis of the Draghi report. What I liked most about it is that he spent some time quantifying where the difference in GDP growth between Europe and the USA ended up making an impact. It turns out to break down into three: population increase, increase in the per capita income of the top 10% earners, increase in the per capita income of the bottom 90% earners.

#MarioDraghi
#DraghiReport
#economics
#europeanunion

Ist das noch Marktwirtschaft?

Der US-ame­ri­ka­ni­sche Öko­nom Andrew McAf­fee hat in sei­nem News­let­ter gera­de die US-Wirt­schaft mit der der Euro­päi­schen Uni­on (EU) ver­gli­chen. Wenn die Grö­ße von Unter­neh­men ein Maß­stab für die Stär­ke des Wirt­schafts­raums sind, dann sieht es für die EU nicht gut aus.

Anlass für die­se Ana­ly­se war eine Äuße­rung des Prä­si­den­ten der Euro­päi­schen Zen­tral­bank (EZB) Mario Draghi, der beklag­te, dass es in der EU kein in den letz­ten 50 Jah­ren gegrün­de­tes Unter­neh­men gibt, dass mehr als 100 Mil­li­ar­den Euro wert sei – in den USA gebe es sechs. Andrew McAf­fee hat die Gren­ze auf 10 Mil­li­ar­den her­un­ter gesetzt und die obi­ge Gra­fik erstellt. Dem­nach sind in der EU kaum der­ar­tig rei­che Unter­neh­men ent­stan­den – in den USA sehr viele.

Aber: Die­se Kon­zer­ne sind so groß, dass sie die Märk­te beherr­schen. Das stel­len nach und nach die Gerich­te fest. In den letz­ten Jah­ren sind allein bei bei Goog­le drei Mono­po­le fest­ge­stellt wor­den, die der Kon­zern unfair aus­nutzt: Beim Betriebs­sys­tem Android, bei der Web-Suche und der Online-Wer­bung. Auch bei ande­ren Kon­zer­nen sind sol­che Mono­po­le fest­ge­stellt wor­den. Bei ande­ren hat man sie nur noch nicht gericht­lich über­prü­fen las­sen – behaup­te ich jetzt mal.

„Wettbewerb ist etwas für Verlierer“

Groß gewor­den sind die­se Kon­zer­ne nicht allein durch eige­ne Genia­li­tät. Vor allem haben sie recht­zei­tig jede mög­li­che Kon­kur­renz auf­ge­kauft. Face­book hat Insta­gram gekauft und Whats­app bevor die bei­den so groß wer­den konn­ten, dass sie eine Kon­kur­renz für Face­book wur­den. Statt sich selbst mit „KI“ her­um­zu­schla­gen, hat Ama­zon Anthro­pic gekauft. Micro­soft war bei dem Mono­pol-The­ma noch aus den 1990ern gewarnt und hat Ope­nAI nicht gekauft, son­dern sich da so mas­siv ein­ge­mie­tet, dass es vom Kauf nicht zu unter­schei­den ist. Schon als Goog­le 2007 sein Wer­be­sys­tem mit Dou­ble­Click ein­kauf­te, hat­ten Apple und Micro­soft wett­be­werbs­recht­li­che Beden­ken ange­mel­det. „Wett­be­werb ist für Ver­lie­rer,“ sagt der US-Olig­arch Peter Thiel.

Hun­der­te Fir­men wur­den von den Kon­zer­nen in den letz­ten zwei Jahr­zehn­ten geschluckt und als Kon­kur­renz aus­ge­schal­tet. Die Kon­zer­ne haben sich ihr Impe­ri­um zusam­men­ge­kauft und das als eige­ne Inno­va­tiv­kraft ver­mark­tet. Wer schon viel Geld hat­te, konn­te so aus viel Geld noch viel mehr Geld machen. Sie haben so sehr unse­re Vor­stel­lung von der Digi­ta­len Welt geprägt, dass sich vie­le Men­schen gar nicht vor­stel­len kön­nen, wie denn ein ech­ter Markt im Digi­ta­len aus­se­hen könnte.

Das betrifft auch die Demokratie

Es ist aber auch ein Pro­blem für die Demo­kra­tie, wenn es eine Klas­se von gott-artig über­rei­chen Olig­ar­chen gibt, die zwi­schen Früh­stück und Mit­tag schon so viel rei­cher gewor­den sind, dass sie allei­ne mit die­sem Betrag den Aus­gang ech­ter Wah­len beein­flus­sen könn­te. Die 250 Mio Dol­lar, die über Elon Musks PAC in den Trump-Wahl­kampf geflos­sen sind, ver­dient er jeden­falls buch­stäb­lich bis zum Mit­tag­essen. Man kann sich aus­ma­len, was so eine Spen­de in einem euro­päi­schen Wahl­kampf bewir­ken könnte.

Die von Andrew McAf­fee beschrie­be­ne Ent­wick­lung ist weni­ger ein Zei­chen für den Nie­der­gang der euro­päi­schen Wirt­schaft. Sie ist ein Zei­chen für den Über­gang der USA von einer Markt­wirt­schaft, in der der demo­kra­ti­sche Staat den Rah­men setzt zu einer Olig­ar­chie. Es ist kein Markt, wenn es in vie­len Bran­chen welt­weit nur 1–3 rele­van­te Unter­neh­men gibt. 

Im Übri­gen bin ich der Mei­nung, dass die Mono­po­le zer­schla­gen wer­den müssen.

Links

#Amazon #AndrewMcAffee #Apple #DoubleClick #EU #EZB #Facebook #Google #Instagram #MarioDraghi #Microsoft #Monopol #PeterThiel #USA #WhatsApp #Wirtschaft

Link: kaffeeringe.de/2024/12/12/ist-

"It is disappointing to see [GDP] used in a document of the importance of the Draghi report. #NewEconomicThinking scholars would have tried to estimate physical productivity: for example, by comparing worked hours and material input with some measure of human welfare like the United Nations’ Human Development Index."

cottica.net/2024/10/15/the-dra

www.cottica.netThe Draghi Report vs. New Economic Thinking (long) | Contrordine compagni

Joint debt just isn’t on Germany’s agenda — irrespective of a warning by former Italian Prime Minister Mario Draghi that it’s the only way to make the European Union more competitive with China and the U.S. japantimes.co.jp/business/2024 #business #economy #germany #mariodraghi #eu #economy #italy #europe

The Japan Times · German opposition obscures Draghi’s vision for EU renewal through joint debtBy Jana Randow